Per Enzo, nato a Udine nel 1952, la passione per la fotografia inizia presto. Il fascino esercitato dalle vibrazioni luminose amalia la sua sensibilità fin da ragazzo. L’impeto irruente della sua creatività lo spinge caparbiamente a sperimentare in questa direzione e con l’allestimento di una camera oscura alla fine degli anni ’70 finalmente può stampare le sue foto accrescendo la portata del suo intervento sulla sua percezione della realtà.

All’inizio degli anni ’90 dopo un decennio di soddisfazioni derivanti da vari riconoscimenti come mostre collettive, personali e vincite di vari premi “appende la macchina al chiodo”. Così è solito lui definire il suo momento di stacco, gli anni di incubazione che lo hanno portato ad una più consapevole e personale elaborazione di ciò che lo circonda.

Sicuramente anni di profondo malessere emotivo causati da una apparente caduta di interesse in quello che fino ad allora tratteggiava la sua identità. Nel 2006 varie circostanze sbloccano questa situazione apparentemente definitiva, Enzo ritrova finalmente quella passione che non si era mai assopita ma che aspettava paziente di rigenerarsi con un potere imprevisto, nuovo e ancora più vigoroso!

Da allora, (le sue opere lo testimoniano), la sua creatività si nutre di sempre nuova linfa che gli deriva dalla sua attitudine visionaria spintasi soprattutto con i lavori della serie “Luoghi non luoghi” in lande sconosciute della sua capacità rielaborativa.

Predilige il bianco e nero analogico e continua a sviluppare e stampare personalmente a Cormons (Gorizia) dove vive. Questa attitudine alle “vecchie” maniere non resta un vezzo fine a se stesso, ma diventa una tecnica pregna di valore espressivo e fondamentale per strutturare i significati simbolici inglobati nella sua estetica.

Elena Del Fabbro

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